“Non mi abbufferò mai più! Questa è stata l'ultima volta!".
E così inizia il conto delle giornate “da brava” e, se si riesce a superare il giorno 1 senza abbuffate, allora ci si sentirà di nuovo sul percorso della guarigione.
E poi? Cosa succede?
Cinque giorni di fila senza abbuffate, seguiti da una ricaduta e si ricomincia il ciclo delle abbuffate e della vergogna per settimane.
Quattro/cinque giorni di fila senza abbuffate seguiti da una ricaduta possono significare un fallimento totale.
Contare il numero di giorni senza abbuffate o senza sintomi è una misura molto comune per misurare i progressi di chi sta uscendo dal Binge Eating.
Tuttavia, non è sempre la più utile.
Sono infatti due gli aspetti negativi legati al conteggio dei giorni senza abbuffate
Il primo può essere riassunto in un'unica affermazione: "Sono tornata al punto di partenza!".
Ce lo si dice decine, se non centinaia di volte nel corso degli anni.
Se l'avete detto anche voi, allora sapete che, per quanto vi siate impegnate nel cercare di uscire dal Binge Eating, tutto ciò su cui potete concentrarvi è il fatto che siete tornate al "giorno zero", con la speranza che domani sia il "giorno uno".
…E finché non si raggiunge il numero massimo di giorni senza abbuffate mai raggiunto prima, i successi ottenuti lungo il percorso diventano sempre più difficili da celebrare.
Non è giusto e non c'è da stupirsi che ci si scoraggi.
Il secondo aspetto negativo è quello che può essere più subdolo e più difficile da prevedere.
Quante di voi hanno raggiunto un nuovo traguardo e hanno pensato: "Sto andando benissimo! Ho finalmente passato x giorni senza abbuffate, quindi una piccola abbuffata non mi farà male. Mi merito un dolcetto"?
Può capitare di mettere in atto questo comportamento autosabotante decine e decine di volte.
Ora, sarebbe bello pensare che è possibile iniziare un percorso di recupero e non cadere mai e ci vuole molto tempo per comprendere che concentrarsi sul numero di giorni senza abbuffate può farci più male che bene.
Iniziamo allora a tenere traccia anche di altre cose - più importanti e preziose - perché la guarigione è molto di più che rimanere semplicemente senza abbuffate.
Si tratta di risvegliare, creare e consolidare nuove abilità positive per sostenere il processo di guarigione.
Anziché contare i giorni senza abbuffate, iniziate a contare cose più significative: quando riuscite a perdonarvi per un'abbuffata e a impegnarvi nell'autocompassione, quando praticate la mindfulness, se vi allenate, se leggete materiale di ispirazione, se fate esercizi di affermazione, se ritardate o allontanate un impulso, quando comunicate i vostri sentimenti o scrivete riflessioni relativamente a un'abbuffata per cercare di comprendere cosa poter imparare da essa… Tutto questo è quello che davvero conta in un percorso di recupero.
Tutte queste cose non sono facili da fare giorno per giorno, quindi non sottovalutatele...
E notate che possono accadere anche nei giorni in cui vi siete abbuffate.
Attraverso l’esercizio di questo tipo di consapevolezza, anche se vi dovesse capitare di cedere ad un'abbuffata, sarete in grado di distinguere e riconoscere che si trattava di momenti in cui avete scelto consapevolmente di abbuffarvi.
In questo senso, sarete in grado di capire che non siete più completamente fuori controllo.
Non vi sentirete più come se ci fosse un mostro che vive in voi, costringendovi a seguire ciecamente un impulso senza alcuna possibilità di scelta.
Per arrivare alla guarigione, dovete prendere l'abitudine di concentrarvi su tutto ciò che state facendo di buono.
Dovete imparare a darvi credito e a trattarvi con gentilezza.
Permettetevi di sentirvi bene.
Sentirvi vincenti.
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La Dr.ssa Claudia Scarpati è Psicoterapeuta del Comportamento Alimentare ed è specializzata nell'aiutare adulti e adolescenti che lottano contro il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, Fame Nervosa, Binge Eating e problemi di immagine corporea.
Propone un percorso di Psicoterapia per i Disturbi Alimentari a Roma, in zona Eur.
Inoltre, fornisce sedute online per il recupero dei Disturbi Alimentari per tutte quelle persone che non hanno modo di raggiungere lo studio.
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