COME POSSO FERMARE L'IMPULSO AD ABBUFFARMI?
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  • Immagine del redattoreClaudia Scarpati

COME POSSO FERMARE L'IMPULSO AD ABBUFFARMI?

Avete appena finito di cenare quando iniziano gli impulsi.

Sembra che il cibo nella dispensa vi stia chiamando.

Riuscite a pensare solo al pacchetto di Oreo, al pane, ai biscotti, alle patatine...

Non desiderate altro che perdervi nel ciclo del cibo, intorpidirvi e provare quel piacere che calma, protegge, allontana.

Eppure… c’è una parte di voi che non vuole farlo di nuovo.

Non desidera altro che poter interrompere questo terribile ciclo.


COSA FARE?

Questa è la prima strategia che propongo alle mie pazienti.

È un’abilità che permette non solo di non ricorrere al cibo, ma che facilita il processo di guarigione attraverso la comprensione dei propri stati emotivi e l’amore per se stessi.

Tale abilità si chiama PAUSA.


PAUSA

Prendetevi un momento di pausa al primo segnale di quando sentite l'impulso di abbuffarvi e fate un respiro profondo.

Dite a voi stessi che potrete sicuramente abbuffarvi, ma SOLO DOPO aver provato questa diversa strategia:

  • Allontanatevi dalla cucina (o da qualsiasi altro ambiente che scateni l'impulso, se potete) e andate in un posto dove potete sedervi.

Dite a voi stessi che non state cercando di fermare l'abbuffata, ma che per il momento vi state semplicemente esercitando a ritardare l'azione.

Chiedetevi se vi sentite fisicamente affamati.

In caso affermativo, scegliete di sedervi e di mangiare qualcosa in modo consapevole (chiedetevi che gusto, qualità e consistenza del cibo desiderate e cercate di trovare una buona corrispondenza).

Se non avete fame fisica, continuate dicendo a voi stessi:

“Se più tardi avrò ancora voglia di abbuffarmi, potrò farlo, ma per il momento mi eserciterò a cercare di comprendere questa voglia, che cosa sottende, per altri 10 minuti”

“Mi sentirò orgogliosa/o di me stessa/o per non aver agito in base a questo impulso”

“Le abbuffate mi faranno sentire meglio per 3 minuti, ma poi mi sentirò sempre peggio”

“Sono più forte del mio disturbo alimentare”.

“Nessuna quantità di cibo risolverà questo problema emotivo.”

“Posso sempre tornare al mio disturbo alimentare, ma se questa volta provassi qualcosa di diverso?”

“Solo perché il mio disturbo alimentare mi dice di fare qualcosa, non significa che io debba ascoltarlo.”

“Merito di essere gentile e compassionevole con me stessa.”


  • Separate il vostro "io da disturbo alimentare", i pensieri e gli impulsi.

Cominciate a notare le cose che il vostro "io da disturbo alimentare" vi dice e poi esercitatevi a rispondere dal "vostro vero io".

Il vostro "io da disturbo alimentare" troverà sempre dei motivi per abbuffarsi.

Pensate a cosa direste a un amico in una situazione simile.

Ricordate a voi stessi che il fatto che abbiate un impulso non significa che dobbiate agire di conseguenza.

Con la pratica, si può imparare a sopportare e superare gli impulsi che si presentano.

In genere gli impulsi diminuiscono naturalmente da soli.

Ricordate a voi stessi come vi sentite di solito dopo un episodio di abbuffata.

L'abbuffata dà uno sballo temporaneo o una sensazione di "conforto" o di tregua da un'angoscia e un'infelicità a lungo termine.

In genere, dopo un'abbuffata ci si sente fisicamente e mentalmente malissimo.


  • È anche molto importante esercitarsi a essere gentili con se stessi.

Riconoscete che vi state abbuffando come risposta a una privazione fisica o emotiva (ad esempio, non mangiate abbastanza durante il giorno, mangiate cose e vi sentite in colpa per questo, o evitate certi cibi), e/o per far fronte a emozioni spiacevoli o sgradevoli.

Potete anche ricordare a voi stessi che non state dicendo che dovete rinunciare per sempre alle abbuffate.

Si può sempre tornare a farlo.

Tuttavia, cercate di affrontare un giorno (o anche un momento) alla volta.

E se questa volta provaste qualcosa di diverso?



Se dopo aver adottato questi accorgimenti finite per abbuffarvi, è importante essere compassionevoli con voi stessi.

Non siete soli a lottare con questo problema e non siete semplicemente "privi di forza di volontà".

State lottando con qualcosa che nessuno sceglierebbe.

Inoltre, l'abbuffata è spesso una risposta di resistenza al disagio emotivo, a traumi passati e a sentimenti di scarsa autostima.

State cercando di "aiutarvi" e potrebbe anche sembrarvi utile a breve termine… purtroppo, a lungo termine ci saranno conseguenze molto dolorose.

Se siete riusciti a superare lo stimolo anche solo per un po', significa che state esercitando un'abilità importante e che con il tempo (e un ulteriore sostegno) potete imparare a superare completamente lo stimolo.


Se siete riusciti a superare completamente lo stimolo ad abbuffarvi, prendetevi un momento per riconoscerlo.

Vi meritate una vita piena di significato e di gioia!


A prescindere da ciò che vi state dicendo, trovare la libertà dalle abbuffate è possibile.


Sì, anche per TE.







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La Dr.ssa Claudia Scarpati è una Psicoterapeuta del Comportamento Alimentare ed è specializzata nell'aiutare adolescenti e adulti che lottano contro il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, la Fame Nervosa, il Binge Eating e i problemi di immagine corporea.

Propone un percorso di Psicoterapia per i Disturbi Alimentari a Roma, in zona Eur.

Inoltre, fornisce sedute online per il recupero dei Disturbi Alimentari per tutte quelle persone che non hanno modo di raggiungere lo studio.

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