Quando si tratta di lotte con il cibo e i disturbi alimentari, si tende a considerare il cibo come il reale problema.
In realtà, il nostro rapporto complicato con il cibo spesso rispecchia le lotte e la sofferenza che affrontiamo nella nostra vita personale.
Emozioni, insicurezze e storie personali sono profondamente legate ai comportamenti alimentari.
Chi si sente fuori controllo o impotente nella vita può cercare di esercitare un controllo o un potere sul cibo o sul peso.
I sentimenti di inadeguatezza o di scarsa autostima possono portare una persona a limitare il cibo o a non impegnarsi nella cura di sé, ritenendosi indegna di questi bisogni fondamentali.
Utilizzando la stessa lente, può essere una metafora utile considerare le abbuffate come un modo per saziare fisicamente una fame emotiva.
Naturalmente, se il problema non è il cibo, il cibo non potrà essere la soluzione.
In questo caso, è la vostra anima che ha bisogno di nutrimento.
Con le abbuffate si desidera una sazietà emotiva, non fisica, e quando la fame emotiva è soddisfatta, si sente meno il bisogno di cibo per riempire il vuoto.
Abbuffatevi di vita! Consumate ogni momento fino a scoppiare.
Assorbite ogni istante, vivendo tutta la vita che il vostro corpo e la vostra anima possono fisicamente “ingerire”!
Ecco quattro modi per abbuffarsi di vita:
1. Coltivare una pratica di mindfulness
Se lottate con un disturbo alimentare, probabilmente avete passato più di una buona parte del tempo a vivere con ansia il pensiero del futuro o a rivangare il passato.
Fermatevi un attimo e osservate ciò che vi circonda.
Potrebbero esserci piccoli elementi di bellezza intorno a voi, anche nei momenti più bui: fiori freschi sulla scrivania, un cielo azzurro brillante fuori dalla finestra, un animale domestico amato ai vostri piedi.
Quando i vostri pensieri sono intrappolati in un futuro immaginario o avvolti in un passato che non potete cambiare, state perdendo la vita nel momento presente.
Coltivare la consapevolezza permette di vivere davvero nel presente, di apprezzare tutto ciò che di bello avete e tutto ciò che di meraviglioso potete fare per voi stessi.
2. Affrontate le vostre paure
Naturalmente, non c'è bisogno di fare paracadutismo, bungee jumping o camminare su una corda tesa attraverso un vulcano attivo per affrontare le proprie paure.
Pensate a superare le paure che affrontate nella vita di tutti i giorni, quelle che vi impediscono di vivere appieno la vostra vita.
Qualcosa di semplice, come iniziare una conversazione con un estraneo o permettervi di essere vulnerabili con qualcuno che amate e di cui vi fidate, vi darà fiducia e vi permetterà di apprezzare la vita nella sua pienezza.
La paura è scomoda, ma è anche un potente promemoria del fatto che siete vivi.
Avete paura perché avete qualcosa da perdere, e a volte abbiamo bisogno di ricordarcelo.
3. Connettersi con un altro essere umano
Noi siamo geneticamente predisposti alla ricerca di legami.
Avere un disturbo alimentare è isolante, soprattutto quando si cerca di nasconderlo.
Anche se si è circondati da altre persone, ci si può sentire completamente soli nel proprio dolore.
Sfidate voi stessi a connettervi a un livello più profondo con un altro essere umano.
Posate il cellulare e spegnete le distrazioni.
Fate domande aperte.
Ascoltate.
Siate sinceri ed empatici.
Condividete ciò che vi fa sentire a vostro agio.
Riconoscete il dolore e la sofferenza che fanno parte della nostra comune umanità.
4. Sentire le emozioni negative
La vita non è tutta arcobaleni e buone notizie.
Non sarebbe bello se ci fosse un pulsante magico che ci impedisse di provare dolore?
E se avessimo il controllo completo sulla vita e potessimo creare ogni giorno in maniera facile e spensierata?
In apparenza, sembra allettante.
Chi non vorrebbe vivere ogni giorno felice e senza dolore?
Tuttavia, il nostro dolore è lì per un motivo: senza di esso, come si potrebbe apprezzare e sperimentare veramente la gioia?
Senza aver sperimentato il lato difficile della vita, come potremmo apprezzarne la bellezza?
A nessuno piace sentirsi a disagio.
La reazione naturale al dolore è quella di anestetizzarlo: con il cibo, con l'autolesionismo, con le restrizioni o semplicemente con la negazione.
Permettete a voi stessi di sentire il dolore.
Riconoscete i pensieri e i sentimenti negativi e lasciate che il dolore affondi per un po'.
Questo può significare piangere.
Può significare urlare nel cuscino.
Potrebbe anche tradursi in un lungo scritto di riflessioni o in un'e-mail di rabbia.
La parte potente di questo processo, però, è che, una volta che vi sarete lasciati andare al dolore, questo passerà.
Abbuffarsi di vita non significa vivere i momenti "Instagrammabili".
Significa godersi e assorbire i momenti quotidiani, quelli che non possono essere catturati con un iPhone e un filtro.
È allora che vi sentirete finalmente pieni.
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La Dr.ssa Claudia Scarpati è Psicoterapeuta del Comportamento Alimentare ed è specializzata nell'aiutare adulti e adolescenti che lottano contro il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, Fame Nervosa, Binge Eating e problemi di immagine corporea.
Propone un percorso di Psicoterapia per i Disturbi Alimentari a Roma, in zona Eur.
Inoltre, fornisce sedute online per il recupero dei Disturbi Alimentari per tutte quelle persone che non hanno modo di raggiungere lo studio.
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